Rassegna giurisprudenziale – Russia – luglio-settembre 2020

2020-10-21

a cura di Angela Di Gregorio

 

 

1. La Corte costituzionale ritiene che il giudice abbia il diritto di chiedere ai giurati chiarimenti in merito alla violazione della segretezza delle loro riunioni. Dopo la pronuncia della sentenza il difensore dell’imputato aveva ricevuto dai giurati comunicazioni scritte che riferivano della violazione del segreto delle loro riunioni nel corso della valutazione e della pronuncia del verdetto. Persone non autorizzate avevano avuto accesso alla camera di consiglio. La Corte ha dichiarato la disposizione impugnata non contrastante con la Costituzione in quanto non impedisce di convocare in sede di appello i giurati per chiarimenti sulle violazioni senza attribuire ad essi lo status di testimoni. In tal caso i giurati non devono rivelare informazioni sulle deliberazioni assunte in camera di consiglio e le posizioni al momento del voto. La violazione della segretezza delle riunioni dei giurati comporta certamente l’annullamento della sentenza. La causa nei confronti del ricorrente deve essere riesaminata.

 

Sentenza della Corte costituzionale del 7 luglio 2020 n. 3 «Sulla verifica della costituzionalità del punto 1 del comma 3 dell’art. 56 del codice di procedura penale della FdR su ricorso di un cittadino».

 

Link: http://doc.ksrf.ru/decision/KSRFDecision478257.pdf

 

Parole chiave: processi con giuria, segretezza della riunioni, testimonianza, giurati.

 

 

2. La Corte costituzionale ha imposto al legislatore di stabilire quali organi statali, e in che modo, devono proteggere l’alloggio del condannato rimasto incustodito. Di conseguenza, la Corte ha obbligato l’amministrazione cittadina ad occuparsi dell’alloggio del condannato mentre questi sconta la pena in una colonia penale. L’amministrazione ricorrente invece riteneva che la protezione dei beni dei condannati non rientrasse nelle proprie competenze e non dovesse essere finanziata. La disposizione impugnata del codice di procedura penale non ha un significato univoco ed i tribunali la applicano in maniera differente imponendo i relativi obblighi a differenti organi pubblici o enti amministrativi cosa che viola l’eguaglianza costituzionale di tutti dinanzi alla legge ed al tribunale. La Corte ha ritenuto che la disposizione violi la Costituzione, tuttavia la lacuna legislativa non può essere riempita in via interpretativa in quanto la norma non consente di stabilire misure concrete per la protezione dell’alloggio, gli obblighi dei soggetti e le fonti di finanziamento. Spetta al legislatore federale risolvere queste questioni. La Corte costituzionale ha altresì elencato gli organi che devono adottare le relative misure fino al momento in cui il legislatore non inserisca le necessarie modifiche ed integrazioni nella legislazione. Le sentenze nel caso del ricorrente sono soggette a riesame.

 

Sentenza della Corte costituzionale del 9 luglio 2020 n. 34 «Sulla verifica della costituzionalità del comma 2 dell’art. 313 del codice di procedura penale della FdR su ricorso dell’amministrazione della formazione municipale “città di Murmansk”»

 

Link: http://doc.ksrf.ru/decision/KSRFDecision478858.pdf

 

Parole chiave: beni del condannato, amministrazioni locali, tutela dei beni.

 

 

3. La Corte costituzionale ha confermato che la legge consente di risarcire il danno per una induzione di responsabilità infondata. Nei confronti dei ricorrenti erano venuti a cessare i procedimenti per illeciti amministrativi, tuttavia questi non erano riusciti ad ottenere il risarcimento delle spese legali sopportate e di altre spese del caso né la compensazione del danno morale. I tribunali avevano considerato che la colpa del funzionario nell’indurre in maniera infondata la responsabilità dei ricorrenti non fosse stata dimostrata. Questo perché la prassi giudiziaria si basa sul fatto che la cessazione del procedimento di per sé non indica l’illegittimità delle azioni del funzionario o una sua colpa. La Corte costituzionale ha dichiarato le disposizioni impugnate non in contrasto con la Costituzione in quanto consentono di risarcire le spese ed il danno morale per l’illegittima induzione della responsabilità amministrativa indipendentemente dall’accertamento della colpa del funzionario. Il soggetto obbligato al risarcimento non è lo specifico funzionario ma lo Stato. Il codice civile prevede casi in cui il danno si risarcisce indipendentemente dalla colpa di chi l’ha causato (ma il legislatore può ampliare questo elenco). I casi dei ricorrenti devono essere riesaminati.

 

Sentenza della Corte costituzionale della FdR del 15 luglio 2020 n. 36 «Sulla verifica della costituzionalità della costituzionalità degli artt. 15, 16, 151 comma 1 e 1070 del codice civile della FdR, dell’art. 61 del codice di procedura civile della FdR, dell’art. 24.7 commi 1, 2, 3, 28.1 e 28.2 del codice della FdR sugli illeciti amministrativi, ed anche dell’art. 13 della legge federale Sulla polizia su ricorso di due cittadini»

 

Link: http://doc.ksrf.ru/decision/KSRFDecision480129.pdf

 

Parole chiave: risarcimento danno, spese legali, colpa del funzionario, illecito amministrativo.

 

 

4. La Corte costituzionale ha stabilito che i dipendenti di un’organizzazione privi di istruzione giuridica hanno il diritto di rappresentare l’azienda nel tribunale arbitrale accanto agli avvocati. Nell’impugnazione di una decisione di un organo tributario il tribunale arbitrale distrettuale non aveva consentito al fondatore dell’azienda di rappresentarla in tribunale, nonostante nel procedimento agissero anche giuristi di professione. Il fondatore non rivestiva le funzioni di organo esecutivo monocratico e non era in possesso di una laurea in giurisprudenza. La Corte ha dichiarato le disposizioni impugnate non contrastanti con la Costituzione in quanto non impedirebbero di condurre in tribunale la causa dell’organizzazione al proprio fondatore o dipendente privi di formazione giuridica ma competenti nella relativa sfera. Le disposizioni impugnate richiedono soltanto che almeno uno dei rappresentanti sia un giurista di professione. La Corte ha anche rilevato che le controversie arbitrali sono complesse e multiformi. Persino il legale più competente può non conoscere a fondo tutte le sfaccettature della questione. Invece coloro che lavorano all’interno dell’azienda hanno una migliore conoscenza dell’attività che vi si svolge e sono competenti in altri ambiti, ad esempio in materia di bilancio o tassazione. Non ammetterli a partecipare alla causa limiterebbe eccessivamente il diritto dell’organizzazione alla tutela giurisdizionale. Le decisioni nella causa dei ricorrenti devono essere sottoposte a riesame.

 

Sentenza della Corte costituzionale della Federazione di Russia del 16 luglio 2020 n. 37 «Sulla verifica della costituzionalità del comma 3 dell’art. 59, del comma 4 dell’art. 61 e del comma 4 dell’art. 63 del codice di procedura arbitrale della FdR su ricorso di un cittadino e di una società a resp. limitata»

 

Link: http://doc.ksrf.ru/decision/KSRFDecision480342.pdf

 

Parole chiave: processo arbitrale, azienda, competenze tecniche, fondatore dell’azienda, dipendenti.