Rassegna giurisprudenziale - Belgio - ottobre-dicembre 2019

2020-01-16

a cura di Lucia G. Sciannella e Giacomo Delledonne

 

 

1. La Cour constitutionnelle rigetta una questione di costituzionalità relativa ad alcune disposizioni della legge sull’esercizio delle professioni sanitarie. In particolare, non violano il principio di tassatività della norma penale le previsioni che attribuiscono al Re il compito di stabilire la lista delle professioni paramediche, stabilendo che costituisce reato il compimento di atti riservati a tali professioni senza disporre di uno dei titoli richiesti. Le disposizioni impugnate – contestate nel giudizio a quo da un gruppo di psicomotricisti – pongono infatti alcuni limiti alle valutazioni del potere esecutivo, che non può agire prescindendo dall’apporto qualificato del Consiglio federale delle professioni paramediche.

 

Sent. n. 128 del 24 ottobre 2019

 

Parole chiave: Principio di tassatività della norma penale, poteri normativi dell’esecutivo, professioni paramediche.

 

2. La Cour constitutionnelle dichiara incostituzionali le disposizioni di due decreti fiamminghi del 2017 e del 2018 che hanno abrogato le previsioni del decreto comunale e del decreto provinciale del 2005 della Regione fiamminga relative al diritto degli abitanti di un Comune – o di una Provincia – di agire in giudizio in nome dell’ente stesso. Si tratta, infatti, di una limitazione eccessiva – e non giustificata da ragioni d’interesse generale – della possibilità di far valere in giudizio diritti costituzionalmente riconosciuti, fra cui quello a un ambiente salubre. La declaratoria d’illegittimità provoca la reviviscenza delle disposizioni nel frattempo abrogate dal legislatore fiammingo.

 

Sent. n. 129 del 10 ottobre 2019

Sent. n. 131 del 10 ottobre 2019

 

Parole chiave: Ordinamento degli enti locali, Regione fiamminga, diritto di agire in giudizio, diritto a un ambiente salubre, reviviscenza di disposizioni legislative abrogate da disposizioni dichiarate incostituzionali.

 

3. La Cour constitutionnelle dichiara incostituzionale una disposizione contenuta nella legge del 2018 sul miglioramento della sicurezza stradale, che prevede, con effetto retroattivo, un allungamento dei termini di prescrizione dell’azione penale in questo ambito. La Cour individua una violazione del principio della certezza del diritto non sorretta da giustificazioni ragionevoli.

 

Sent. n. 132 del 10 ottobre 2019

 

Parole chiave: Sicurezza stradale, prescrizione dell’azione penale, retroattività di norme processuali, principio della certezza del diritto.

 

4. La Cour constitutionnelle trasmette alla Corte di giustizia dell’Unione europea una questione pregiudiziale concernente la legge del 25 dicembre 2016 sul trattamento dei dati dei passeggeri – modificata nel 2018 – con cui il legislatore belga ha recepito la direttiva (UE) 2016/681. La Cour, in particolare, interroga la Corte di giustizia sull’applicabilità dell’art. 23 del GDPR – che enuncia le limitazioni consentite ai diritti relativi ai dati personali – alla legge impugnata. La Cour si chiede inoltre se i dati menzionati nell’allegato I alla direttiva del 2016 non oltrepassino i limiti dello “stretto necessario”, entro i quali il giudice del Lussemburgo raccomanda di contenere le limitazioni del diritto alla protezione dei dati personali.

 

Sent. n. 135 del 17 ottobre 2019

 

Parole chiave: Passenger Name Record (PNR), rinvio pregiudiziale, trattamento dei dati personali, sicurezza.

 

5. La Cour constitutionnelle rigetta la questione di costituzionalità di una previsione contenuta in un decreto regionale fiammingo del 10 marzo 2017, secondo cui l’inquilino di una casa popolare situata nella Regione fiamminga deve disporre di un’attitudine alla lingua neerlandese corrispondente al livello A1 del Quadro europeo comune di riferimento per le lingue. Per la Cour questa disciplina in tanto è compatibile con la Costituzione, in quanto non si applichi all’inquilino francofono di una casa popolare situata in un Comune della periferia brussellese, come individuato dalla legge speciale dell’8 agosto 1980.

 

Sent. n. 136 del 17 ottobre 2019

 

Parole chiave: Regime linguistico, diritto all’abitazione, periferia brussellese.

 

6. Per la Cour constitutionnelle, l’art. 331 ter del codice civile è incostituzionale nella parte in cui non permette di agire per la dichiarazione giudiziale di paternità a chi sia venuto a conoscenza dell’identità del proprio padre presunto dopo lo spirare del termine di prescrizione trentennale.

 

Sent. n. 142 del 17 ottobre 2019

 

Parole chiave: Filiazione, prescrizione, dichiarazione giudiziale di paternità.

 

7. La Cour constitutionnelle dichiara incostituzionale l’art. 14 bis, comma 2, delle leggi coordinate sul Conseil d’État, nella parte in cui non consente a persone fisiche o a persone giuridiche che non siano lo Stato belga, le Comunità, le Regioni e la Commissione comunitaria comune d’invocare la violazione degli obblighi di cooperazione nell’ambito di un ricorso per annullamento dinanzi al Conseil d’État stesso. Anche tenendo conto delle differenze fra processo costituzionale – in cui tale limitazione non è prevista – e processo amministrativo, si tratta di una limitazione sproporzionata del diritto di accesso al giudice.

 

Sent. n. 147 del 24 ottobre 2019

 

Parole chiave: Conseil d’État belga, federalismo cooperativo, diritto di accesso al giudice.

 

8. La Cour constitutionnelle rigetta la questione di costituzionalità di una disposizione del decreto regionale fiammingo del 2018 sulla protezione e il benessere degli animali, che esclude da esposizioni, ispezioni o concorsi gli animali che abbiano subito un intervento vietato, ad es. la caudotomia per i cavalli, anche nel caso in cui questo sia necessario dal punto di vista veterinario. Poiché la pratica rende gravoso accertare la sussistenza delle ragioni che possono giustificare un’eccezione, il divieto posto dal legislatore fiammingo in termini generali può risultare necessario allo scopo di garantire una tutela efficace del benessere animale, escludendo qualsiasi rischio di maltrattamento fisico o psichico. Non sussiste, perciò, una discriminazione illegittima.

 

Sent. n. 154 del 24 ottobre 2019

 

Parole chiave: Benessere animale; mutilazioni vietate.

 

9. Secondo la Cour constitutionnelle, non è incostituzionale una disposizione della legge sull’internamento del 5 maggio 2014, che consente al giudice di disporre l’internamento di una persona che abbia commesso un reato lesivo, anche soltanto potenzialmente, dell’integrità psicofisica di terzi e che, al momento della decisione, sia affetta da un grave disordine mentale in virtù del quale esiste il pericolo della recidiva. Non si tratta di una pena, ma di una misura di sicurezza destinata a proteggere sia la società, sia la persona interessata. È però necessario che l’internamento non avvenga nel reparto psichiatrico di un carcere, se non in ipotesi eccezionali e per un breve periodo.

 

Sent. n. 159 del 24 ottobre 2019

 

Parole chiave: Internamento, reparti psichiatrici delle carceri, misure di sicurezza.

 

10. La Cour constitutionnelle dichiara incostituzionale l’art. 420 del Codice di procedura penale – nella formulazione in vigore dal 2014 – nella parte in cui non prevede la possibilità di presentare immediatamente un ricorso per cassazione contro una decisione declinatoria di competenza del giudice minorile. La disposizione colpita dalla declaratoria d’incostituzionalità, infatti, limita in misura sproporzionata i diritti del minore interessato: non potendo ricorrere per cassazione, infatti, questi dovrebbe direttamente comparire dinanzi al giudice ordinario.

 

Sent. n. 161 del 24 ottobre 2019

 

Parole chiave: Giustizia minorile, diritto di accesso al giudice, ricorso per cassazione.

 

11. La Cour rigetta un recours en annullation avente ad oggetto l’art. 12 dell’Ordinanza della Regione di Bruxelles-capitale del 23 novembre 2017, nella parte in cui prevede l’imposta sulla proprietà per gli edifici di culto delle confessioni religiose non riconosciute. Richiamando la giurisprudenza della Corte di Strasburgo – che ha più volte dichiarato che la libertà religiosa non implica il riconoscimento, in capo alle comunità religiose, di un regime fiscale differente dagli altri contribuenti – il giudice costituzionale belga ritiene la norma in esame non contrastante con la Costituzione, in quanto diretta, tra l’altro, a contrastare l’evasione fiscale. Oltretutto, la misura non può dirsi sproporzionata all’obiettivo preposto, in quanto la singola confessione può richiedere il riconoscimento del proprio culto e, in tal modo, abbattere l’onere fiscale.

  

Sent. n. 178 del 14 novembre 2019

  

Parole chiave: Confessioni religiose, tassa sugli immobili, esenzione fiscale.

 

12. Secondo la Cour, il Decreto fiammingo del 27 aprile 2018, che prevede la possibilità, per l’amministrazione locale, di far ricorso a lavoratori interinali in caso di sciopero del personale di servizio, è compatibile con la Costituzione solo se l’autorità competente concorda previamente le relative misure organizzative con le organizzazioni sindacali di categoria.

  

Sent n. 180 del 14 novembre 2019

 

Parole chiave: Sciopero, negoziazione, sindacati, Regione fiamminga.

 

13. In sede di ricorso concreto, la Cour constitutionnelle torna a pronunciarsi sulla legge del 5 febbraio 2016, nota come “Loi pot-pourri II”, che ha riformato in maniera sostanziale il processo penale. Nel caso di specie, il giudice costituzionale rigetta i vari profili di illegittimità sollevati dal giudice a quo in merito agli art. 204 e 210 del Code d’instruction criminelle, facendo ricorso a un’interpretazione costituzionalmente orientata delle norme impugnate.

  

Sent. n. 185 del 20 novembre 2019

  

Parole chiave: Loi “pot-pourri II”, Processo penale, Riforma.

 

14. La Cour constitutionnelle dichiara l’incostituzionalità della norma contenuta nella legge del 26 dicembre 2015 in tema di riforma delle politiche di impiego, nella parte in cui prevede – in maniera discriminatoria – un’esenzione dell’IVA per i medici e i chinesiologi, mentre lo stesso trattamento non è accordato ad altre categorie di professionisti.

  

Sent. n. 194 del 5 dicembre 2019

  

Parole chiave: Impiego, professioni sanitarie, TVA.

 

15. La Cour rigetta un ricorso di annullamento degli art. 3 e 120 del Decreto della Regione vallone dell’8 febbraio 2018, riguardante la riforma degli assegni familiari. In particolare, secondo i ricorrenti, la norma in esame avrebbe determinato una indebita discriminazione tra i figli beneficiari dell’assegnato che sono nati a partire dalla data fissata dal legislatore vallone e coloro, invece, che sono nati anteriormente alla stessa. I primi hanno potuto beneficiare del nuovo regime di prestazioni familiari, mentre i secondi sono stati sottoposti a un regime transitorio con un diverso ammontare dell’assegno. Secondo il giudice costituzionale, la differenza di trattamento riposa su un criterio oggettivo, che è costituito dalla data di nascita del beneficiario. Sotto altro profilo, in materia socio-economica, «n’appartient à la Cour de sanctionner le choix politique posé par le législateur et les motifs qui le fondent que s’ils sont dépourvus de justification raisonnable».

  

Sent. n. 195 del 5 dicembre 2019

  

Parole chiave: Welfare, Assegni familiari, Regione vallone.

 

16. Analogamente alla normativa vallone, anche il legislatore fiammingo ha riformato la materia delle prestazioni familiari, introducendo un nuovo criterio anagrafico per il riconoscimento degli assegni familiari regolamentato, nella fase attuativa, da un regime transitorio. Anche in tal caso, il Decreto fiammingo del 27 aprile 2018 è stato oggetto di un ricorso di annullamento, rigettato dalla Cour sulla base delle analoghe motivazioni avanzate nella sent. n. 195/2019. Difatti, secondo il giudice costituzionale, il criterio adottato non è discriminatorio e, in ogni caso, spetta al legislatore «d’estimer s’il est nécessaire ou opportun d’assortir celle-ci de disposition transitoires». Tale regime transitorio può dirsi discriminatorio nella sola ipotesi in cui «entraîne une différence de traitement dénuée de justification raisonnable ou s’il est porté une atteinte excessive au principe de la confiance légitime».

 

 Sent. n. 198 del 5 dicembre 2019

  

Parole chiave: Regione fiamminga, Prestazioni familiari, Welfare.

 

17. La Cour constitutionnelle annulla gli art. 15-17 del Decreto della Regione vallona del 18 maggio 2017, in materia di culti religiosi riconosciuti, in quanto il riconoscimento degli stessi rientra nella sfera di attribuzione dell’autorità federale.

  

Sent. n. 203 del 19 dicembre 2019

  

Parole chiave: Regioni, culti religiosi, Federazione.