Rassegna giurisprudenziale - Corte Suprema degli Stati Uniti - aprile-giugno 2019

2019-07-18

a cura di Luigi Testa e Davide Zecca

 

1. Dopo essersi divisa sul punto giusto a metà nel 2016 (136 S.Ct. 1277 (2016)) con uno stallo irrisolvibile a causa del seggio lasciato ancora vuoto da Justice Scalia, la Corte rovescia ora il suo precedente del ’79, Nevada v. Hall (440 U.S. 410 (1979), che consentiva ad una corte statale di giudicare e condannare l’amministrazione di un altro Stato. Merita di essere segnalato il passaggio dell’opinion della Corte sulla regola dello “stare decisis”, che sarebbe «at its weakest» quando si tratta di questioni di costituzionalità.

 

Franchise Tax Board of California v. Hyatt, No. 17–1299 [13 maggio 2019; 5-4]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/17-1299_8njq.pdf

 

Parole chiave: Sovereign Immunity, immunità, Stati, precedente, stare decisis.

  

2. La Corte Suprema afferma che il diritto di caccia sui territori inoccupati riconosciuto alla tribù nativa dei Crow da un trattato stipulato con gli Stati Uniti nel 1868 non si è estinto con l’ammissione del Wyoming alla Federazione, poiché manca alcun espresso intento a riguardo e l’elevazione dello stesso a Stato non ha reso tutto il territorio occupato, dovendosi intendere come tale ai fini del trattato solo quello caratterizzato da insediamenti di popolazione non nativa.

 

Herrera v. Wyoming, No. 17–532 [20 maggio 2019; 5-4]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/17-532_q86b.pdf

 

Parole chiave: statualità, trattati, popolazioni native, territori occupati.

 

3. La Corte conferma ancora una volta il suo orientamento – risalente già ad una decisione del 1922 – secondo il quale il divieto costituzionale di doppia incriminazione (Double Jeopardy Clause) non vige laddove il fatto sia perseguito come reato sia a livello statale che a livello federale, poiché la doppia imputazione viene da due autorità egualmente sovrane («different sovereigns»).

 

Gamble v. United States, No. 17–646 [17 giugno 2019; 7-2]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/17-646_new_o759.pdf  

 

Parole chiave: Double Jeopardy Clause, doppia incriminazione, diritto penale, Federazione, Stati.

 

4. Secondo la Corte, la rimozione di un monumento a forma di croce eretto in memoria dei caduti durante la prima guerra mondiale non può essere pretesa in base all’Establishment Clause, posto che, pur essendo la croce un símbolo cristiano, il monumento che ne riproduce la forma ha con il passare del tempo assunto un significato che trascende la dimensione essenzialmente religiosa.

 

The American Legion v. American Humanist Association, No. 17–1717  [20 giugno 2019; 7-2].

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/17-1717_j426.pdf

 

Parole chiave: laicità, simboli religiosi, Establishment Clause, First Amendment, croce.

 

5. Secondo la Corte Suprema, la «presumption in favor of scienter» opera per ciascun elemento della fattispecie incriminatrice, e dunque anche per lo status di straniero irregolare previsto per il reato (proprio) di possesso illecito di armi da fuoco. Di conseguenza, il soggetto agente che non abbia coscienza di versare nella condizione soggettiva riferita non è penalmente perseguibile per il reato in questione.

 

Rehaif v. United States, No. 17–9560 [21 giugno 2019; 7-2]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/17-9560_new_onkq.pdf

 

Parole chiave: scienter, elementi soggettivo del reato, stranieri irregolari, armi da fuoco, diritto penale.

 

6. Per la Corte Suprema, la norma incriminatrice che nella descrizione di una fattispecie (“crime of violence”) impieghi il lemma “offense” è incostituzionale in quanto eccessivamente vaga. Significativo il passaggio argomentativo dell’opinion della Corte in cui si afferma che la “constitutional avoidance” non è legittima se si risolve in una interpretazione estensiva della norma penale, che va sempre interpretata in maniera favorevole al reo.

 

United States v. Davis, No. 18–431 [24 giugno 2019; 5-4]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/18-431_7758.pdf

 

Parole chiave: constitutional avoidance, crime of violence, vagueness doctrine, diritto penale, offense.

 

7. La Corte conferma un giudizio della Corte d’appello del circuito federale che ha sancito la violazione della libertà di manifestazione del pensiero del I emendamento da parte di una disposizione del cd. Lanham Act, a norma della quale non sono passibili di registrazione i marchi commerciali che consistano in o comprendano termini immorali o scandalosi, non limitandosi tale categoria a quelli osceni, sessualmente espliciti o profani.

 

Iancu v. Brunetti, No. 18–302 [24 giugno 2019; 6-3]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/18-302_e29g.pdf

 

Parole chiave: registrazione marchi, libertà di espressione, interpretazione, costumi morali.

 

8. La Corte Suprema afferma che gli ufficiali di pubblica sicurezza, quando impossibilitati a sottoporre un guidatore al controllo del tasso alcolemico attraverso l’utilizzo di un etilometro per lo stato di incoscienza dello stesso, sono generalmente autorizzati a verificare tale parametro tramite un prelievo di sangue anche in assenza di apposito mandato, configurandosi i requisiti della dottrina cd. delle exigent circumstances.

 

Mitchell v. Wisconsin, No. 18–6210 [27 giugno 2019; 5-4]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/18-6210_2co3.pdf

 

Parole chiave: guida in stato di ebbrezza, prelievo di sangue, mandato, exigent circumstances.

  

9.  Secondo la Corte, l’Enumeration clause (Art. I, §2, cl. 3, Const.) consente al Congresso (e al Segretario al Commercio, da esso delegato) di includere una domanda riguardante la cittadinanza dei residenti nel questionario di censimento decennale, ma una tale decisione discrezionale è soggetta a sindacato giurisdizionale a norma dell’Administrative Procedure Act volto a verificare che le ragioni addotte pubblicamente a sostegno di tale scelta non siano meramente pretestuose.

 

Department of Commerce v. New York, No. 18–966 [27 giugno 2019; 5-4]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/18-966_bq7c.pdf

 

Parole chiave: censimento, discrezionalità amministrativa, cittadinanza, sindacato giurisdizionale.

  

10. La Corte Suprema sancisce che il partisan gerrymandering non è sindacabile dai giudici federali poiché non esiste un criterio di misurazione affidabile e applicabile in concreto dalle corti per definire quando il grado di partigianeria nell’elaborazione dei confini dei collegi elettorali sia esercitato in maniera eccessiva, spettando al legislatore (statale o federale che sia) la predisposizione di dispositivi idonei a limitare questa pratica.

 

Rucho v. Common Cause e Lamone v. Benisek, No. 18–422 e 18–726 [27 giugno 2019; 5-4]

 

Link: https://www.supremecourt.gov/opinions/18pdf/18-422_9ol1.pdf

 

Parole chiave: partisan gerrymandering, political question, justiciability, collegi elettorali, judicial standards.